Far pace si traduce in far deserto; torniamo ai tempi dell’Impero Romano e leggiamo la citazione estrapolata dal discorso di Calgàco nell’Agricola di Tacito; ripercorrendo la storia sino ai giorni nostri gli uomini non hanno mai smesso, in nome della Pace o in nome di Dio, di far deserto chiamandolo Pace.

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«Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, mare scrutantur: si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non Oriens, non Occidens satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu concupiscunt. auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant».


«Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla loro sete di totale devastazione, vanno a frugare anche il mare: avidi se il nemico è ricco, arroganti se povero, gente che né l’oriente né l’occidente possono saziare; loro soli bramano possedere con pari smania ricchezze e miseria. Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace».
Tacito, Agricola, (il discorso di Calgaco)

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Fonte opera: NotiziArte https://notiziarte.com/2022/02/28/arte-e-guerra-tre-opere-che-parlano-delle-atrocita-della-guerra-da-rubens-a-picasso/

Dipinto:

Le Conseguenze della guerra è un grande dipinto (206×305 cm) realizzato da Pieter Paul Rubens, nel 1637-1638 e oggi conservato nella Galleria Palatina a Firenze. L’opera è stata commissionata dal pittore Justus Suttermans e va a completare una riflessione sulla guerra che Rubens aveva iniziato con il dipinto l’Allegoria della Pace, dipinta nel 1630 per Carlo I d’Inghilterra. Rubens rappresenta gli orrori e le conseguenze tragiche che porta la guerra usando un soggetto mitologico-allegorico. La sua riflessione profonda nasce in virtù del ruolo diplomatico avuto in occasione della Guerra dei Trent’anni. Nel dipinto è chiaro il messaggio forte e assolutamente pessimistico della Guerra che neanche l’Amore è in grado di fermare. La scelta allegorica rende il dipinto un monito contro gli effetti distruttivi della guerra senza tempo. A sinistra vediamo Europa, vestita di nero che alza gli occhi e le braccia al cielo, tra dolore e disperazione. Al centro osserviamo Venere, dea dell’amore che invano cerca di tenere Marte con scudo e spada sguainata, pronto a portare rovina e distruzione. In basso a destra anche le personificazioni dell Arti sono travolte e calpestate dalla guerra.